mercoledì 30 | Centro Pro Arenella
ore 17.00 / laboratorio
giovedì 31 | Centro Pro Arenella
ore 16.00 / performance itinerante
Elisabetta Consonni
Il secondo paradosso di Zenone
Idea e performance di Elisabetta Consonni
Costumi di Elisabetta Consonni e Patrizia Drera
Con il sostegno del Comune di Palermo - Assessorato alla Cultura
31 ottobre
spettacolo gratuito
Il secondo paradosso di Zenone, liberamente ispirato al paradosso matematico di Achille e la tartaruga, è un lentissimo attraversamento spaziale di un astronauta, camminatore in slow motion per eccellenza, da un punto del paesaggio urbano ad un altro. Si cimenta in azioni quotidiane - bere un caffè al bar, salire su un autobus, attraversare le strisce pedonali - e interagisce con chi incontra. Si crea così un’apparizione ipnotica e surreale all’interno del contesto urbano, una moviola reale che cattura l’attenzione dei passanti, pubblico occasionale, e diventa un invito ad abbandonare per un attimo la loro quotidianità e interrogarsi su questa estranea apparizione. La performance è una celebrazione del rallentare: prendersi il tempo di far fiorire nuove prospettive di osservazione e di azione è la presa di coscienza che anche un movimento lento può portare a un traguardo, senza farci perdere l’esperienza del tragitto.
Presentato come evento di gran chiusura di Teatro Bastardo 2024, nel quartiere Arenella dove il festival ha da qualche anno condotto il progetto “Teatrino Arenella”, Il secondo paradosso di Zenone è un continuamento ideale di un lavoro che cerca di vedere la città come non è, la città sospesa o interiore, la montagna tra i palazzi.
Elisabetta Consonni coreografa tutto, esseri umani e disumani, oggetti mobili e immobili, mappe, interstizi e gruppi vacanze spaziali. Tesse reti di relazioni, sottili e forti, come il vetro di zucchero. Una formazione ufficiale in Cultural Studies e tecniche di danza in Italia e a Londra (The Place) e una più ampia formazione non ufficiale e non lineare la portano a vivere a Rotterdam, poi in Polonia e poi a Milano incrociando le pratiche somatiche e l’uso della voce, soffermandosi, ad un certo punto, ad interrogarsi su come l’arte performativa possa fornire strumenti per le politiche urbane e sociali. La sua ricerca intende espandere la pratica coreografica fino a diventare strumento per far accadere spostamenti di attenzione, osservare dinamiche relazionali, ribaltare narrazioni e rileggere criticamente i contesti. I suoi lavori sono stati presentati in Europa e Canada. La necessità di operare su un unico territorio, a lungo termine, combinando pratica relazionale, sensibilità artistica e desiderio di moltiplicare le voci e le azioni su un contesto, la porta a curare la direzione artistica di Festival ORLANDO a Bergamo dal 2024.
Immagine: Stefania Mazzara
mercoledì 30 | Centro Pro Arenella
ore 17.00 / laboratorio
giovedì 31 | Centro Pro Arenella
ore 16.00 / performance itinerante
Elisabetta Consonni
Il secondo paradosso di Zenone
Idea e performance di Elisabetta Consonni
Costumi di Elisabetta Consonni e Patrizia Drera
Con il sostegno del Comune di Palermo - Assessorato alla Cultura
31 ottobre
spettacolo gratuito
Il secondo paradosso di Zenone, liberamente ispirato al paradosso matematico di Achille e la tartaruga, è un lentissimo attraversamento spaziale di un astronauta, camminatore in slow motion per eccellenza, da un punto del paesaggio urbano ad un altro. Si cimenta in azioni quotidiane - bere un caffè al bar, salire su un autobus, attraversare le strisce pedonali - e interagisce con chi incontra. Si crea così un’apparizione ipnotica e surreale all’interno del contesto urbano, una moviola reale che cattura l’attenzione dei passanti, pubblico occasionale, e diventa un invito ad abbandonare per un attimo la loro quotidianità e interrogarsi su questa estranea apparizione. La performance è una celebrazione del rallentare: prendersi il tempo di far fiorire nuove prospettive di osservazione e di azione è la presa di coscienza che anche un movimento lento può portare a un traguardo, senza farci perdere l’esperienza del tragitto.
Presentato come evento di gran chiusura di Teatro Bastardo 2024, nel quartiere Arenella dove il festival ha da qualche anno condotto il progetto “Teatrino Arenella”, Il secondo paradosso di Zenone è un continuamento ideale di un lavoro che cerca di vedere la città come non è, la città sospesa o interiore, la montagna tra i palazzi.
Elisabetta Consonni coreografa tutto, esseri umani e disumani, oggetti mobili e immobili, mappe, interstizi e gruppi vacanze spaziali. Tesse reti di relazioni, sottili e forti, come il vetro di zucchero. Una formazione ufficiale in Cultural Studies e tecniche di danza in Italia e a Londra (The Place) e una più ampia formazione non ufficiale e non lineare la portano a vivere a Rotterdam, poi in Polonia e poi a Milano incrociando le pratiche somatiche e l’uso della voce, soffermandosi, ad un certo punto, ad interrogarsi su come l’arte performativa possa fornire strumenti per le politiche urbane e sociali. La sua ricerca intende espandere la pratica coreografica fino a diventare strumento per far accadere spostamenti di attenzione, osservare dinamiche relazionali, ribaltare narrazioni e rileggere criticamente i contesti. I suoi lavori sono stati presentati in Europa e Canada. La necessità di operare su un unico territorio, a lungo termine, combinando pratica relazionale, sensibilità artistica e desiderio di moltiplicare le voci e le azioni su un contesto, la porta a curare la direzione artistica di Festival ORLANDO a Bergamo dal 2024.
Immagine: Stefania Mazzara